giovedì 10 febbraio 2011

Totally Unnecessary Mordecai


C'era quella stramaledetta infatuazione per il Foglio. C'era quel desiderio di épater la bourgeoisie. C'era chi cercava una giustificazione chic, per essere scurrile e coltivare il vizio del whiskey e del cubano. C'era chi di canadese conosceva solo Gilles Villeneuve e Pamela Anderson... Sta di fatto che a uno così, un po' Bignasca un po' Humphrey Bogart, non si poteva resistere. Ricordava Falstaff, ma amava Miriam come Dante Beatrice.

Da allora ci siamo appassionati al biliardo; siamo andati in pellegrinaggio con lui a Gerusalemme; abbiamo ammirato la versione del cuginetto di Barney, Solomon; abbiamo conosciuto il suo nipotino, Duddy, e scorazzato lungo St. Urban Street. Abbiamo addirittura giocato con Jacob Due-Due e dato da mangiare agli amati cani di Emma... E quando non siamo riusciti a terminare un libro, ci siamo sorpresi ad esclamare "Cazzo, cazzo, cazzo... "

Ed ora che sta per uscire questo "totally unnecessary" libercolo, cosa volete? che non si corra il libreria a prenderlo?

lunedì 7 febbraio 2011

Se solo lo sapessi sussulterei


Forse è tutta colpa di Checco Zalone. Ricordate quando, cantando "A te che sei il mio paparino il mio rino papa", aveva accentuato la "esse" blesa, la "esse" un po' sibilante della biscia che striscia? Ecco, ascoltando il nuovo bel disco di Jovanotti, al secondo brano, dopo 1'06" ho pensato "Aveva ragione Checco".

giovedì 3 febbraio 2011

Ardiles e la passione satanica di Rushdie

 ... GRANDES. Ardiles y Villa


Stamattina mi è capitato tra le mani una copia di qualche giorno fa del Manifesto (sì, Il Manifesto, e allora?) è sono incappato in questo bell'articolo di Massimo Raffaeli su Salman Rushdie e la sua passione per il calcio.

Una madeleine per chi come me ricorda ancora quella finale della Coppa d'Inghilterra, sulla tivù svizzera col commento di Giuseppe Albertini, si ricorda di Villa, l'altro argentino, e naturalmente di Ossie.

Osvaldo Ardiles è il calciatore argentino che interpretava il ruolo di Carlos Rey nel film Fuga per la vittoria; il suo volto da caballero stanco è ricordato pure perché al Mundial del 1982 indossava la maglia numero 1, poiché la nazionale Albiceleste numerava le maglie in ordine alfabetico.

Salman Rushdie invece ha interpretato Salman Rushdie nella versione cinematografica del Diario di Bridget Jones. Di lui vale la pena ricordare e, soprattutto, leggere Figli della mezzanotte.

mercoledì 2 febbraio 2011

Falce e carrello: la rivoluzione al supermercato in un clic

Lo so che per chi ha la carta cumulus, guarda e ascolta con orgoglio i Frontaliers, consosce la differenza tra un dado svizzero ed uno italiano, sa la differenza tra uperizzato e pastorizzato, pensa al PIL quando sente parlare di franco "forte" ed euro "debole", indossa la maglietta rossocrociata il primo d'agosto e - magari - pensa che in fondo in fondo (ma proprio in fondo) la campagna Bala i ratt dica la verità, questo post parrà un'istigazione anti-patriotica.

Per tutti gli altri, tutti quelli che... al sabato Ponte Tresa o dintorni, consiglio di dare un'occhiata qui. Voilà, la marketta è servita.

martedì 1 febbraio 2011

Un po' Churchill*, un po' De Coubertin, molto Piperno


"...la gloriosa finale al Santiago Bernabéu di Madrid (...) ha illuso la gente che l'essenziale fosse vincere. Ha sviluppato nelle persone un culto della competizione e della vittoria. Ci ha reso tutti un po' americani. Vedere un presidente della Repubblica, un socialista, uno che fatto la resistenza per davvero, uno che ha rischiato la pelle per sconfiggere il nazismo, alzare quella pacchianissima coppa, il vello d'oro... Uno spettacolo poco dignitoso. Non mi stupisce che la finale di Madrid sia stata uno degli eventi più seguiti dalla gente nella storia della televisione italiana. Come vedi, tout se tient!"

(da Persecuzione - Il fuoco amico dei ricordi, di Alessandro Piperno)

*quell'inglese famoso anche per aforismi come questo: "Gli italiani perdono le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre"