mercoledì 23 gennaio 2013

"Addio Lugano bella". Così svaniscono i sogni socialisti...


A margine della rinuncia di Patrizia Pesenti


Contrordine compagni! Il sogno socialista di raddoppiare la presenza nell'Esecutivo cittadino nello spazio di un mese si è trasformato in un incubo. Perché dopo la rinuncia polemica di Nenad Stojanovic, quella altrettanto amara di Patrizia Pesenti ridimensiona drasticamente le ambizioni socialiste a Lugano e danno l'immagine di un partito che perde i pezzi e non ha chiara la rotta.
Sottraendosi al fuoco di fila delle interviste, entrambi gli ex candidati gettano la spugna per divergenze politiche e personali e creano stupore e imbarazzo tra i socialisti che li avevano scelti e votati. Un imbarazzato silenzio poiché sebbene con pensieri politici dichiaratamente diversi - socialdemocratica Pesenti, più massimalista Stojanovic - entrambi denunciano conflitti intestini e divisioni interne al limite dell'autolesionismo. Un harakiri mal gestito come dimostrano le polemiche per lo scrutinio del voto sulle candidature il cui risultato è stato tenuto inizialmente segreto.

"Non posso scendere in campo con una parte della squadra contro di me" ci ha detto l'ex Consigliera di Stato. Una dichiarazione che sa di resa. Una resa a chi da tempo, forse dimentico dei successi elettorali cantonali, chiedeva a Pesenti di "dire qualcosa di sinistra", a chi aveva mal digerito il ritorno sulla scena politica dell'ex ministra della sanità e socialità (tant'é che la sera della sua designazione fu solo la quinta votata), a chi già la sera dell'assemblea di Cadro - il 7 dicembre - aveva ascoltato perplesso la lettura divergente della realtà cittadina luganese di Pesenti e degli altri esponenti socialisti.

"A Lugano si sta bene, è a misura d'uomo, è bella, non lascia indietro nessuno... sono orgogliosa delle tante cose che funzionano nella nostra città", aveva dichiarato Patrizia Pesenti. Parole lontane anni luce da quelle degli altri candidati e dalla lettura del capo gruppo in consiglio comunale Martino Rossi che avevano parlato di una Lugano governata dall'"asse contro natura del liberalismo con il nazionalpopulismo" e di un "Municipio alla deriva per il logorio dei suoi membri e dei suoi vertici". Quale Lugano vuole il PS? E quali assi è disposto a giocare per la partita di aprile?

L'addio di Pesenti, sorta di "Borradori della sinistra", suono sinistramente come un "Addio Lugano bella" per la sezione luganese. Invece di sognare il raddoppio nell'Esecutivo luganese il rischio è quello di dover difendere senza ambizioni il seggio lasciato libero da Nicoletta Mariolini. E il disorientamento, causato dal duplice ammutinamento nella lista socialista, rischia di favorire gli avversari e di accentuare ancor di più la polarizzazione della sfida elettorale luganese, caratterizzata dallo scontro PLR-Lega per le chiavi della città.
 
 

(Pubblicato su RSI.ch il 23 gennaio 2013)