Come pare lontana l’epoca in cui quello che allora si chiamava il promovimento economico cantonale varava un’aggressiva politica di marketing territoriale per favorire nuovi insediamenti. In pochi anni, dal 1999 al 2003, la Sonnestube svelò un inaspettato appeal riuscendo ad attrarre 3056 aziende e facendo fiorire i fondovalle di capannoni tanto anonimi quanto ambiti. Molti metri quadrati, pochi posti di lavoro. “E’ la logistica, bellezza, non puoi farci niente!”, si rassicurava, garantendo il “valore aggiunto”. Un valore soprattutto fiscale perché oltre alle imposte alla fonte a fare gola a Comuni e Cantone erano quelle sull’utile e sul capitale.
Il teatro dei sogni
Quei tempi sono
finiti. Sino a qualche anno fa si parlava di promozione, oggi di invasione.
Complice la congiuntura, complice il numero di lavoratori frontalieri. E così
con timore e sospetto osserviamo la coda dei sedicenti imprenditori muniti di
partita IVA all’entrata del Teatro Sociale di Chiasso. In scena, c’è “Benvenuta
impresa!”, iniziativa del Comune per presentare le potenzialità della cittadina
di confine. S’erano fatti avanti in novecento, ma solo poco più di duecento
hanno trovato posto. Sognano la delocalizzazione, cercano spazio in cui
lavorare. A loro la Svizzera può offrire più flessibilità, meno burocrazia e un
fisco più leggero.
In gita a Chiasso
Se un tempo
la domenica si andava in gita a Chiasso, quelle odierne paiono prove di esodo,
una vera e propria fuga dall’Italia. Una fuga che se da un lato lusinga il
sindaco Moreno Colombo, dall’altro preoccupa sia il Presidente della Regione
Lombardia Roberto Maroni sia il Dipartimento Finanze Economia del Cantone. C’è
una fuga di imprese e di cervelli da arginare, c’è un’azione politica economica
da coordinare. A Bellinzona nessuno lo
ammette esplicitamente, ma l’iniziativa chiassese un po’ di malcontento e
disagio lo sta creando. Se dal Pirellone viene vista come una fuga dall’Italia.
Da Palazzo delle Orsoline viene vista come una fuga in avanti. Un’iniziativa
isolata per promuovere il sogno elvetico che potrebbe trasformarsi in
boomerang: sembra ieri quando Chiasso promuoveva insediamenti hi tech e
si è vista invadere da call center. Ad alto valore aggiunto,
naturalmente.
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