A margine della rinuncia di Patrizia Pesenti
Contrordine compagni! Il sogno socialista di raddoppiare la presenza nell'Esecutivo cittadino nello spazio di un mese si è trasformato in un incubo. Perché dopo la rinuncia polemica di Nenad Stojanovic, quella altrettanto amara di Patrizia Pesenti ridimensiona drasticamente le ambizioni socialiste a Lugano e danno l'immagine di un partito che perde i pezzi e non ha chiara la rotta.
Sottraendosi al fuoco di fila delle interviste, entrambi gli ex candidati gettano la spugna per divergenze politiche e personali e creano stupore e imbarazzo tra i socialisti che li avevano scelti e votati. Un imbarazzato silenzio poiché sebbene con pensieri politici dichiaratamente diversi - socialdemocratica Pesenti, più massimalista Stojanovic - entrambi denunciano conflitti intestini e divisioni interne al limite dell'autolesionismo. Un harakiri mal gestito come dimostrano le polemiche per lo scrutinio del voto sulle candidature il cui risultato è stato tenuto inizialmente segreto.
"Non posso scendere
in campo con una parte della squadra contro di me" ci ha detto l'ex
Consigliera di Stato. Una dichiarazione che sa di resa. Una resa a chi da
tempo, forse dimentico dei successi elettorali cantonali, chiedeva a Pesenti di
"dire qualcosa di sinistra", a chi aveva mal digerito il ritorno
sulla scena politica dell'ex ministra della sanità e socialità (tant'é che la
sera della sua designazione fu solo la quinta votata), a chi già la sera dell'assemblea
di Cadro - il 7 dicembre - aveva ascoltato perplesso la lettura divergente
della realtà cittadina luganese di Pesenti e degli altri esponenti socialisti.
"A Lugano si sta
bene, è a misura d'uomo, è bella, non lascia indietro nessuno... sono
orgogliosa delle tante cose che funzionano nella nostra città", aveva
dichiarato Patrizia Pesenti. Parole lontane anni luce da quelle degli altri
candidati e dalla lettura del capo gruppo in consiglio comunale Martino Rossi
che avevano parlato di una Lugano governata dall'"asse contro natura del
liberalismo con il nazionalpopulismo" e di un "Municipio alla deriva
per il logorio dei suoi membri e dei suoi vertici". Quale Lugano vuole il
PS? E quali assi è disposto a giocare per la partita di aprile?
L'addio di Pesenti,
sorta di "Borradori della sinistra", suono sinistramente come un
"Addio Lugano bella" per la sezione luganese. Invece di sognare il
raddoppio nell'Esecutivo luganese il rischio è quello di dover difendere senza
ambizioni il seggio lasciato libero da Nicoletta Mariolini. E il
disorientamento, causato dal duplice ammutinamento nella lista socialista,
rischia di favorire gli avversari e di accentuare ancor di più la
polarizzazione della sfida elettorale luganese, caratterizzata dallo scontro
PLR-Lega per le chiavi della città.
(Pubblicato su RSI.ch il 23 gennaio 2013)
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